Riel |
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|  E' proprio vero che chi θ causa del suo mal pianga se stesso: si staccς da me con la stessa brutalitΰ con cui mi aveva sbattuto a quella porta. Mentre mi parlava mi risistemai il vestito come a ricoprire quel briciolo di dignitΰ che mi era rimasta. Non ero io quella persona, non mi riconoscevo piω. E mentre mi risistemavo il vestito a capo chino, ascoltavo le sue parole ferirmi il cuore come lame affilatissime, fare carne da macello di quello che ero. Aveva ragione, purtroppo. Involontariamente gli occhi mi si riempirono di lacrime nonostante lo sforzo di non farle uscire, tirai piω volte su con il naso e mi morsi cosμ nervosamente le labbra da farle sanguinare. No.gli urlai contro, sbattendolo contro il muro per la rabbia Non θ questo quello che voglio...e gli diedi le spalle; non volevo godesse di quelle lacrime ancora una volta, per l'ennesima volta. |
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