| Ed eccovi un nuovo capitolo finalmente, dopo tutto questo tempo! Spero sia venuto bene! Buona lettura!! ^^
Decimo capitolo Quella notte fu fantastica, c’era passione e , almeno per me, non era stato solo sesso. I giorni seguenti ci mandevamo spesso sguardi d’intesa nonostante cercassimo di essere “amici”. Serena si era accorta che qualcosa non andava, e mi bombardava di domande costantemente. Io rispondevo con banali scuse. Così passò qualche settimana da semplici amici. Funzionava, e questa cosa era sorprendente. Sarà forse stato il fatto che nessuno di noi aveva una storia ( e bhè riguardo questo di Chuck non ne posso essere sicura se non definiamo il tipo relazione ) , ma stavamo bene. Non dovevamo nemmeno più fingere di essere fidanzati, ed era davvero un gran bel sollievo, soprattutto il fatto che Ben fosse stato rispedito da dove veniva, in Australia. Era tornato quindi tutto come prima, prima del Victrole. Confesso però che i miei sentimenti non erano del tutto cambiati, bensì erano stati ignorati. Lui non era fatto per me. Non lo sarebbe mai stato. Per me ci voleva un principe azzurro, tipo Nate. Solo che lo avevo perso a causa di Chuck, e forse era meglio così. Poi il padre di Chuck ebbe un incidente a causa del quale gli fu ribata la vita. Da lì a lì iniziò un brutto periodo per Chuck, tanto che tentò quasi il suicidio da ubriaco. Ma l’evento di quel periodo che mi aveva anche molto sconvolta era stato il fatto che gli avevo rivelato i miei sentimenti, cioè che l’amavo. E lui se ne era andato, come sempre. Era scappato via da me, senza sapere quanto mi facesse soffrire. Eppure io stetti sempre lì per lui, pronta a confortarlo. Questa situazione durò fino a quando Chuck non si riprese e mi chiese scusa per tutto ciò che mi aveva fatto passare. Sì, perché era stato un irriconoscente: accusarmi di comportarmi come una mogliettina quando io cercavo solo di aiutarlo, prendersi gioco dei miei sentimenti…Non potevo subire tutto questo. Perciò quella sera, quando lui si presentò con un mazzo di fiori a casa mia, io non lo perdonai. Gli dissi semplicemente: -Sono stanca di soffrire per causa tua. Te lo riripeto se vuoi io posso esserti solo amica. E nient’altro. Non come tempo fa che lo dicevamo solo per dire. E se non ti sta bene, Chuck, bhè allora non saremo proprio niente.- -Blair, ti prego…Io non riesco ad esserti solo amico….- -Allora puoi andartene. A meno che…- sussurrai. -A meno che?- chiese speranzoso. -A meno che tu non mi dica cosa provi per me- dentro di me era rimasta una piccola speranza, che speravo non morisse. La sua era l’ultima occasione . Non c’entrava l’orgoglio questa volta, se mi amava, doveva dirlo. Ed io sarei stata sua. Un flashback sorvolò nei miei pensieri. Sembrava di ritrovarsi al White Party di un po’ di mesi prima quando gli chiesi di dirmi quelle maledette parole. E lui aveva fatto scena muta, un po’ come ora. Stavo per girarmi , quando lui parlò: -Blair, io ti…io…ti…- sospirò- Non ci riesco, Blair, ma…- -Ma niente, Chuck. Sei solo un codardo , lo sei sempre stato. Ma almeno sono riuscita ad ottenere anche un “ti”. Hai fatto progressi vedo, ma sai una cosa? Non ti darò più l’occasione di farne altri, sempre che tu ci riesca. – Questa volta mi girai sul serio mentre una lacrima mi rigava il viso. Quel Chuck Bass-tard! Possibile che un tale come lui possa farmi soffrire così? Non ne aveva il diritto. Non potevo permetterglielo. Lui scomparì per qualche settimana e,quando fece ritorno, a scuola ripresi quindi ad ignorarlo, nonostante lui cercava di scambiare qualche parola. Un giorno, mentre discutevo con le mie apette sul problema dell’aumento delle vittime, lui si sedette. -Riunione, ragazze? Come mai non mi avete chiamato? Di solito lo fate- -Questo perché non sei stato invitato. Quindi, dopo aver dato chiarimenti ai tuoi dubbi, credo tu possa andare- dissi acida. -Eppure mi sembrava che fino a poco tempo fa mi volessi- disse ed io arrossii . Davanti alle ragazze! Ma era impazzito? -Credo che tu soffra di una particolare autoconvizione del fatto che tutte cadano ai tuoi piedi- protestai. -Ma è così-sorrise- anche con te- -Non più- dissi ed urtai Penelope che sogghignava. -Meglio così, almeno non soffrirai vedendomi con…- -Chuckkino!- urlò una bionda tettona e lo abbracciò.-amore che ci fai con queste ragazze? Non mi devo mica ingelosire????- Lui rimase un po’ di sasso dagli abbrevativi che gli aveva dato “chuckino” o “amore”. Io rimasi stupefatta. Chi cavolo era quella?! -Jennifer, ti prego, non chiamarmi così- disse dolcemente- Ti presento le mie amiche, capitanate da questa mora qua, Blair. E, ragazze, lei è Jennifer, la mia ragazza.- Lei ci sorrise a trentadue denti e ci strinse la mano. Quando Chuck si accorse della mia espressione sorrise. Ci godeva a vedermi morire di gelosia, perciò mi ricomposi subito. Speravo fosse uno scherzo, ma poi lui se ne andò e ci chiese di farla stare un po’ con noi dato che era nuova in città. Io sorrisi dolcemente e accettai. Jennifer si mise a raccontare di come lei e Chuck si erano conosciuti, di dov’erano e pure come erano vestiti…. Non l’ascoltai, ma delle parole mi spezzarono il cuore. -…Oh e poi è stato così romantico quando ha detto di amarmi la scorsa settimana a Parigi! Era un po’ insicuro, ed anche impacciato, ma poi ce l’ha fatta e…- I miei occhi diventarono rossi, stavo per piangere. -Scusate ragazze, ma non sto molto bene. Voi rimanete qui a parlare.- mi alzai dai gradini e mi recai in bagno. Lo specchio rifeletteva la mia immagine devastata, triste, afflitta…Qualche lacrima scese. Le aveva detto che l’amava? Era proprio un bastardo: con me non ci era mai riuscito. Doveva essere sicuramente uno scherzo, non era possibile una cosa del genere. Non poteva essere naturale il fatto che lui fosse cambiato di punto in bianco , tanto da fidanzarsi con una sola ragazza. Quindi le possibili risposte ai miei dubbi erano: o ha sempre giocato con me, oppure mi stava facendo uno scherzo. Cercai di rifarmi il trucco tutto rovinato dalle lacrime. -Cos’è? Cerchi di coprire i segni della tua debolezza?- disse una voce maschile.Per fortuna avevo appena finito. -Chuck, questo è il bagno delle donne. Quindi esci, e se non hai niente da fare vai dalla tua amata- sottolineai l’ultima parola con un tono arrabbiato. -Blair, sbaglio o stai morendo di gelosia?- disse avvicinandosi a me- Finalmente capisci cos’ho provato io quando stavi con il tuo Lord…- -Non c’è nessuna gelosia , Chuck. Per quanto mi riguarda puoi fidanzarti con tutte quelle che vuoi e dire pure loro che le ami come hai fatto con Jennifer- avevo sbagliato a dire quell’ultima frase. Ora avrebbe capito. -E così, ciò che ti fa rabbia, e che io possa aver detto alla bionda che la amo? Mentre a te non l’ho detto?- -Ti sbagli, a me non importa dei tuoi “ti amo”. E poi tanto lo so che sicuramente è tutto uno scherzo- -O forse è quello che speri.- -Basta, me ne vado. E dovresti farlo anche tu , dato che sei un uomo- -Vuoi controllare?- -Sei disgustoso!- Poi prima che potessi andarmene, lui parlò. -O probabilmente hai ragione. Probabilmente è tutto uno scherzo- -Che vuoi dire?- -Che hai ragione, è tutta una messa in scena. E da quanto ho visto ho capito che non è vero che non ci tieni più a me- Si stava avvicinando, ma io mi allontanai. -Forse è così. Perché io ho lottato per te, e sai che è così. Quindi forse è possibile che comunque io provi ancora qualcosa per te. Ma questo non cambia le cose, io non ti voglio più. Non ti perdonerò mai.- dissi e me ne andai, triste più che mai.
...continua...
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