| ok, ve lo avevo promesso e quindi eccolo qui il settimo capitolo...
***** Verso sera, la carrozza di Dan arrivò alla tenuta Waldorf per prendere Serena, quest’ultima era contenta di passare qualche giorno con il suo amato principe, tuttavia però, non era entusiasta all’idea di lasciare Blair da sola visto che Nate sarebbe stato con loro, non l’aveva vista molto contenta tanto che aveva avuto l’intenzione di disdire ma, la regina, le aveva detto che il principe Dan era un’ottima occasione e, se lei lo amava, doveva tenerselo stretto, non avrebbe impiegato molto a trovare qualcun altro con cui svagarsi. Così, aveva deciso di partire promettendo a Blair che l’avrebbe pensata tanto.
Era sabato mattina, Blair si era svegliata senza Serena al suo fianco, non sapeva cosa fare. Si infilò il vestito verde smeraldo e scese per la colazione. Mangiò solo una ciotola di frutta sciroppata e un succo d’arancia. <tesoro non sai cosa fare?> <senza Serena e Nate mi sento sola madre!> La regina ridacchiò. <madre! Questo non è motivo di divertimento!> <lo so tesoro. Devi scusarmi. Beh. Perché non vai in città e ti compri qualcosa di nuovo? Lo shopping è consolatorio per te!> <non ho voglia di andare da sola!>. la conversazione si bloccò, la cameriera, Dorota, fece il suo ingresso per annunciare la visita di Chuck Bass. La regina diede ordine di farlo accomodare li con loro. <chuck… è un piacere vedervi!> <regina!> inchino, bacio sulla mano. <siete sempre così galantuomo!> <non lusingatemi troppo mia signora, vi ricordo che sono solo un servo del principe!> <beh! Siete il servitore più educato che conosco… non che il più affascinante.> arrossì. Alzò gli occhi, rivolgendoli verso Blair. <principessa!> abbassò la testa per un istante, rialzandola poco dopo. Blair rimase impassibile. <signor Bass…!>. si ricompose, rivolgendo lo sguardo di nuovo su Eleanor. <comunque, sono qui per portare un omaggio alla signorina Blair. Il principe Nate mi ha detto di portarle personalmente questi…> tirò fuori dall’altra mano, un mazzo di rose bianche e rosa. <oooh! Il principe Nate è così dolce con mia figlia Blair!> “si infatti, per questo se ne è andato con Jenny in campagna”. Pensò Chuck. Ma mentì. <si è vero!>. Blair si avvicnò, prese i fiori e chiamò Dorota, affinché li mettesse in un vaso che fosse degno della loro bellezza. Eleanor guardò i due. Poi, rivolta a Chuck. <avete commissioni stamattina?> Chuck non capì. <non molte. Devo andare in città a ritirare dei vestiti per la signora Archibald.> <bene bene! Tesoro.> disse poi rivolta a Blair. <perché non vai col signor Bass, ti accompagnerà lui in città. Tanto deve andarci comunque!> i due risposero all’unisono. <cosa?> si guardarono negli occhi, sperando che uno dei due salvi l’altro dal passare un’intera mattinata insieme. Anche se a Chuck non dispiaceva poi molto. Nessuno disse niente. <aaah! È perfetto! Divertitevi!>. non ci fu niente da fare, la regina sapeva essere alquanto convincente quando voleva.
Serena era da poco sveglia, dopo colazione si era preparata per fare una passeggiata fuori e ammirare la distesa campagnola. Dan arrivò alle sue spalle. <volevate passeggiare senza di me?> <dan! No… io, non sapevo dove foste!> lui sorrise. <mia sorella è incontenibile. Sembra davvero contenta.!> <si. L’ho notato. Credo però…> <cosa?> disse lui incuriosito. <credo che non sarebbe opportuno… lasciare lei e il principe Nate… da soli.>. Non era preoccupata per Nate. Piuttosto aveva notato le attenzioni che Jenny gli rivolgeva durante la cena del venerdi, la sera prima di coricarsi, la mattina a colazione. Era preoccupata per ciò che questa “amicizia” avrebbe potuto portare nel rapporto tra il principe Nate e la sua quasi sorella Blair, nonché principessa d’Inghilterra e promessa sposa di Nate. <oh! Suvvia state tranquilla. Mia sorella è una ragazza dolce e ingenua. Non dovete preoccuparvi. Nate è un bravo e impegnato ragazzo. Lei nemmeno ci pensa a queste cose.!> “ingenua? Jenny? Ma stavano parlando della stessa persona?” si chiese Serena che era abbastanza brava a categorizzare le persone in poco tempo. Non avrebbe per nessun motivo messo Jenny nel gruppo delle ingenue, era furba, e lo si vedeva benissimo. Quel week-end ne era la prova più tangibile.
<come avete riposato?> <bene grazie!> Nate aveva la testa tra le nuvole, il suo pensiero ricorrente dal venerdì sera, dacché erano partiti, era sempre stato Blair. Pensava al pic-nic che avevano organizzato, al fatto che avrebbe voluto trascorrere la giornata intera con lei, invece era bloccato li. <andiamo a fare una passeggiata?> <come volete!> si in filò le costose scarpe di camoscio e seguì Jenny fuori dalla tenuta, negli immensi giardini.
Blair era nella carrozza di famiglia. Chuck era venuto a cavallo, che poi aveva lasciato nelle scuderie Waldorf, per poter accompagnare Blair in città. Sebbene i suoi piani fossero: andare in città a cavallo, velocemente; arrivare da “madame Violette”; ritirare i vestiti e tornare alla tenuta. Quel cambiamento di programma non lo infastidiva affatto. Gli piaceva battibeccare con Blair, farla innervosire e uscire di testa, ma non perché gli stesse antipatica, piuttosto gli piaceva il suo modo di arrabbiarsi, lo prendeva troppo sul serio, delle volte sembrava lo odiasse davvero. Erano giorni che pensava solo a lei. A quanto era bella al ballo per Jenny; ma soprattutto al giorno in cui erano al fiume, nudi, con solo l’acqua a coprire i loro corpi colmi di voglia. Ebbe paura di starsi innamorando di lei. Lo percepiva da come il suo cuore batteva quando sentiva pronunciare il suo nome, quando la vedeva; quando parlava; la sua mente non capiva più niente quando la toccava, annusava il suo profumo. Sapeva che era una principessa, che erano troppo diversi, stava cercando di fare in modo che quel sentimento rimanesse ibrido. Non voleva che crescesse ancora, perché una possibile storia tra loro era del tutto inimmaginabile, perché erano diversi e perché lei stessa lo aveva affermato. L’unico modo che aveva per poter tenere a bada quello che stava cominciando a provare, era litigare con lei, prendendola in giro come aveva sempre fatto. Solo nel modo in cui lei gli rispondeva e lo trattava, gli ricordava chi fosse chi e perché non potevano stare insieme. <siete silenziosa!> Blair aveva guardato per tutto il tempo fuori dal finestrino, Chuck, osservava i suoi occhi, lucidi. La sua tristezza traspariva evidente. <vi manca?> Blair si voltò, stupita. Lui sorrise, mostrando quella sua irresistibile fossetta. <intendo il principe Nate!> lei abbassò lo sguardo. <si!> sussurrò. Lui non era molto in voglia di litigare, vedendola così triste e sconsolata non riuscì ad essere strafottente come al suo solito, gli dispiaceva per lei.
Jenny camminava lentamente al fianco di Nate, il quale aveva un’espressione imbronciata. <siete triste?> lui scese dalle nuvole. <mmh!?> Jenny si fermò, gli si mise davanti, bloccandolo. <non vi ho visto sorridere nemmeno una volta da quando siamo qui!> <dovete scusarmi! Non succederà più…!> ma niente, quell’espressione non scompariva dal suo viso. La biondina lo prese per mano mentre con l’altra si toglieva le scarpette. <che fate?> <venite con me!> disse sorridente lei cominciando a correre e costringendo lui a fare altrettanto. Corsero per un bel po’, cadendo esausti a terra, sprofondando nell’erba alta, verde, rigogliosa. Lei teneva le braccia allargate. Respirava quell’aria pulita a pieni polmoni. <adoro questo posto! Tutta questa natura!> si alzò in piedi, scalza, cominciò a girare su se stessa, continuando a tenere le braccia distese. Nate la guardava stando seduto sull’erba. I capelli di lei, biondi, lunghi e splendenti, fluttuavano mossi dal vento, gli occhi chiusi, il vestito che svolazzava. Era bellissima. Scosse la testa. Non aveva mai visto nessuno godere così tanto dello spettacolo della natura che si espandeva intorno a loro, qualcuno a cui piacesse correre per i campi e camminare a piedi nudi. Jenny sembrava uno spirito libero. Una sorta di uccellino che, dopo tanto tempo in gabbia, riassaporava il vento su di se, i raggi splendenti del sole, il profumo dell’erba, i colori dei fiori. Sembrava così in pace con se stessa e con il mondo.
Dan e Serena, passeggiavano, mano nella mano, per i folti prati verdi della campagna. <avevo dimenticato la bellezza di questo posto!> disse Dan ammirando le distese verdi. <è meraviglioso!> concordò lei. Dan la guardava, vicino a lui, i suoi capelli biondi, scintillanti, raggiunti dalla luce del sole, incredibilmente splendenti. Il suo sorriso delizioso e contagioso. La labbra rosee e pure, la figura snella e perfetta, gli occhi cristallini. Non voleva risultare il solito romantico della situazione, ma da quando conosceva Serena, si sentiva più tranquillo, più appagato. Sentiva che lei lo completava in tutto e per tutto e se ne sentiva innamorato ogni giorno di più. Non riusciva nemmeno più ad immaginare di non avere più lei al suo fianco. Arrivarono ai piedi di una secolare quercia, alta e imponente. D’istinto cominciò ad arrampicarsi. Saliva con abilità sempre più in alto. Quando arrivò ad un punto ragionevolmente comodo, si voltò, sedendosi sul ramo robusto dell’albero. Guardò in basso la splendida figura di Serena. Da lassù, poteva ammirarla in tutta la sua bellezza più perfetta, più completa. I suoi occhi brillavano quando si posavano su di lei, poteva immaginarlo. Il suo cuore cominciò a battere più di quanto avesse mai battuto. Raccolse la voce, urlò, pronunciò una frase, tutta d’un fiato. <sposatemi!> fu un attimo; intenso, incolmabile, incredibile. Si sentì meglio. Lei lo guardava incredula, confusa. <cosa?>. scese velocemente dall’albero, raggiungendola ai suoi piedi, guardandola in quegli occhi cristallini. <sposatemi!> ripeté ancora, e più lo diceva e più si sentiva meglio, e più si sentiva meglio e più voleva ridirlo ancora, e ancora, riavvolgendo il nastro per ridirlo all’infinito. <sposatemi! Sposatemi! Sposatemi!> si inginocchiò prendendola per la mano. Non aveva un anello, ma poco importava, gliene avrebbe comprati quanti ne volesse, i più belli, i più costosi. Non avere un anello, era quello che rendeva quell’attimo così magico, mai e poi mai lo avrebbe aspettato, mai sarebbe potuto essere stato più spontaneo, più bello, più sincero. Il cuore di lei cominciò a battere, forte. Lo abbracciò, piangendo di felicità, pronunciando, in prenda all’euforia, solo poche parole. <certo che vi sposo!>. le prese il volto tra le mani, baciandola con tutta la passione che poté. Felice, contento, non avrebbe potuto stare meglio.
Arrivati in città, Chuck scese per primo dalla carrozza, porgendo poi la mano a Blair, affinché scendesse a sua volta. A passo convinto, si diresse verso la boutique, ora ricordava dove fosse. Blair lo seguiva cercando di mantenere il suo passo. <buon giorno signora Violette!> disse riconoscendo la signora dai capelli rossi. <mio caro! Sapevo che saresti tornato!> <sono qui per ritirare gli abiti della signora Archibald!> <si lo so bene! E guarda anche chi c’è… se non sbaglio voi siete la fidanzata del principino Nate. Ricordo ancora il vostro vestito. Una delle mie migliori creazioni in assoluto. Come state mia cara!?> Blair cercò di sorridere, per quanto il suo umore glielo permettesse. <bene signora Violette. E grazie ancora per gli accessori!> <oooh! Figuratevi!> poi scomparve nel retro per prendere gli abiti. Blair si guardava in giro. Era leggermente in imbarazzo ad essere li con Chuck. Lo conosceva appena d’altronde. Cosa avrebbero pensato le persone che li guardavano insieme? <speravo tornaste!> una voce provenì dalle loro spalle. Charlotte fece il suo ingresso nel negozio. Chuck sobbalzò. Dopo quella notte non l’aveva più cercata. E se avesse detto qualcosa riguardo… non voleva pensarci. Non voleva che Blair lo venisse a sapere. Non sapeva perché, ma non voleva che quel dettaglio uscisse fuori. <signorina Charlotte!> cercò di risultare distaccato, le baciò la mano. Blair osservava la scena. <siete venuto a comperare un regalo per la vostra dama?> si voltò verso Blair. Riconobbe i boccoli biondi di lei, la ragazze che stava ballando con lui prima che Nate lo lasciasse con lei. Charlotte le si avvicinò facendo un elegante inchino, alzandosi il vestito agli angoli. <è un piacere vedervi di persona principessa Waldorf. Io mi chiamo Charlotte.> Blair ricambiò il gesto. Si chiedeva come facesse quella Charlotte a conoscere Chuck. Non seppe per quale motivo, ma fu curiosa di saperlo, forse più per il piacere di metterlo in difficoltà. Si era accorto che il colore del suo viso era cambiato quando Charlotte era entrata nella stanza. <come conoscete il signor Bass?> gli venne quasi un colpo, che per poco la lampada viola che stava osservando non gli cadde dalle mani, scivolando a terra. Charlotte sorrise, voltandosi verso Chuck. <proprio qui principessa! Era venuto a ritirare una cosa ma non sapeva dove fosse il negozio… gli ho mostrato io la via… cercavo di attirare la sua attenzione!> disse infine in un sussurro all’orecchio di Blair la quale, non smetteva di guardare Chuck, intento ad osservare cose di cui non conosceva l’uso e tantomeno l’importanza, con il solo scopo di non guardare le due. Blair non era molto interessata. <davvero?> disse senza enfasi. <si… e credo di esserci riuscita…> <cosa ve lo fa pensare?> Charlotte mostrò un sorriso malizioso, di chi la sapeva lunga. Ora, Blair, cominciava ad incuriosirsi. L’altra continuò. <la sera del ballo a casa degli Humprey… ha ballato con me. Oooh sono stata così felice di rivederlo.! Il vestito è merito mio. Ho chiesto io a mia madre di regalarglielo … volevo vedere se si sarebbe presentato al ballo… ed infatti avevo ragione a sospettare di aver suscitato il suo interesse per me!> Blair ascoltava l’altra parlare, eppure non riusciva a collegare la realtà con le parole di Charlotte. Se aveva fatto colpo, perché Chuck sembrava non degnarla di attenzione? Era curiosa di seguire quel caso, sperava che avrebbe portato meno noia in quella lunga giornata senza Serena e senza Nate. <per questo credete che lui si interessato a voi?> <beh! Per quale altro motivo sarebbe venuto al ballo altrimenti! Lui non è un principe. Immagino che sperasse di vedermi! E poi… lo dimostra il fatto che dopo…> lo sguardo di Blair si fece cupo. <dopo?... cosa è accaduto?> <beh! Il principe Nate era venuto a cercarlo per tornare a casa, ma lui ha detto che voleva rimanere ancora. Mi ha portato nel suo alloggio… abbiamo fatto l’amore!> il cuore di Blair ebbe un tonfo. La sua mente collegava pensieri e parole senza riuscire a comporre frasi significative. Il ballo era accaduto prima del giorno al fiume. Ha provato a fare l’amore anche con lei? Dopo averlo fatto con quella Charlotte? Ma chi si credeva di essere. Maniaco, pervertito. Non le venivano aggettivi migliori che lo descrivessero. Lo guardò, fissandolo. Lui si sentì tirato in causa. Eppure il suo sguardo non era sfidante come al solito, sembrava tranquillo e pacato. Violette tornò, riportando calma in quel clima gelido che si era creato. Chuck prese le scatole e porse alla donna una busta con sigillo reale contenente il denaro, salutò in fretta giungendo verso la porta dove erano rimaste ferme Blair e Charlotte. <andiamo!> disse rivolto a Blair. Lei fece un piccolo cenno col capo a entrambe. Charlotte si avvicinò a Chuck, accostando le sue labbra a quelle di lui, baciandolo leggermente. Egli rimase immobile. <spero di rivedervi presto!>, chiuse gli occhi, fece un inchino veloce, e date le spalle a entrambi, scomparì nel retro del negozio. Chuck era ancora immobile, con le scatole in mano. Si voltò verso Blair. Il suo viso aveva una strana espressione, non riuscì ad associarlo a niente. Tristezza, confusione, delusione, soddisfazione, non seppe dargli un nome. Quando uscirono dalla boutique, Chuck porse le scatole al cocchiere affinché le sistemasse nella carrozza. Poi si rivolse a Blair. <io ho finito. Dove volete andare?> Blair non sapeva che rispondere, si sentiva strana a dire il vero. Il pensiero delle mani di Chuck, quel giorno al fiume, pensò che avesse fatto lo stesso anche con la biondina dai riccioli d’oro. Per lui era un gioco, si divertiva a fare quello che faceva alle donne. L’unico motivo che la differenziava da Charlotte era che con lei continuava perché gli resisteva, mentre Charlotte gli si era concessa subito. Si sentì strana. <vorrei… prendere un vassoio di dolci!> <spero non siano per voi!> <perché?> lo guardò storto lei. <beh, già siete piatta, non vorrete diventare anche grassa!> il suo carattere maleducato e prepotente era tornato. Blair fece una smorfia disgustata, girando le spalle e incamminandosi verso la pasticceria più vicina, la sua preferita. Chuck sorrise sotto i baffi, infilò le mani in tasca e raggiunse la piccola peste. Una volta dentro, Blair si fece fare un vassoio medio,prese i bignè alla crema che le piacevano tanto; i cannoli di ricotta che la madre adorava; le meringhe che piacevano a Serena, un tartufo per la sua cameriera Dorota, alla quale era particolarmente affezionata, e un paio di bignè al cioccolato per Nate. Pagò e uscì. Con l’enorme vassoio stracolmo di pasticcini, doveva essere medio, ma sembrava che avesse svaligiato la pasticceria. Chuck l’aspettava fuori, si voltò, lo vide appoggiato al muretto del negozio, le braccia incrociate al petto, la gamba appoggiata al muro. Si voltò nella sua direzione, i suoi occhi si posarono sul vassoio, abbandonò la sua posizione rimettendosi più composto. <avete rapinato la pasticceria?> Blair non rispose. <nate vi manca così tanto che volete affogare i vostri dispiaceri nei dolci. Non lo sapete che lo zucchero ingrassa? Diventerete una balena. Poi non vi vorrà più nessuno!> era già stufa. Il suo livello di pazienza, da quando conosceva quel tipo, si era abbassato nettamente. <voi siete l’ultimo che può parlare! Giudicate me… e quello che fate voi no?> <di che parlate?> ribatté lui avvicinandosi. <di che parlate?> <siete andato a letto con quella ragazza?!> ringhiò di risposta lei. Sembrava arrabbiata e disgustata. Lui rise di gusto. Le si avvicinò ancora. <ora ho capito… è questo il problema….> lasciò la frase in sospeso <di che parlate?> , le era vicinissimo. Prese il vassoio, tenendolo in alto con una sola mano. La appoggiò al muro dove, due istanti prima, era poggiato lui. Poi continuò <siete gelosa…> <cosa?> cercò di riprendere il controllo della situazione che, evidentemente, le stava sfuggendo di mano. Lui la guardava fissa, nei suoi occhi leggeva di nuovo quel tono di sfida. Senza volerlo arrossì lievemente. <gelosa di voi? Come potrei? Siete un tale maniaco!> <davvero? Allora perché vi preoccupate?> <non mi sto preoccupando! Voi prendete in giro me in continuazione. Quando voi vi portate a letto chiunque!> stava urlando. Chuck mantenne il suo tono calmo. <non direi proprio chiunque!> <ah no!> <no! Andiamo è la prima di cui sentite parlare! Come fate a definirmi un maniaco?> <e io… cosa sono io…?!> lo sguardo di Chuck lasciò trasparire confusione. <ora sono io a non capire voi!> <perché vi comportate con me in quel modo…?> <quale modo?> Blair stava perdendo la pazienza. <quel giorno al fiume!> stava di nuovo urlando. Chuck sorrise, ecco ricomparire quella fossetta. Il cuore accelerò i suoi battiti. Non sapeva che risponderle. Non sapeva nemmeno lui perché la trattava così, perché non riusciva a fare a meno di stuzzicarla e metterla in difficoltà quando sapeva che era in imbarazzo. Non sapeva perché il suo corpo provasse una tale attrazione per quello di lei. Ricordò che lei era una principessa, lui un servitore, che erano diversi. La verità non lo avrebbe portato da nessuna parte. <io… vi piaccio?!> azzardò lei. Il suo sguardo da cerbiatta. Il cuore di lui batteva più forte ora. I suoi occhi scuri brillavano di una luce che lei non aveva mai visto, li vedeva scrutarla, le sembrò che qualcuno la guardasse dentro, come mai nessuno aveva osato fare. Ora era lei ad assumere il tono di sfida. Ma Chuck non poteva essere leale. Non in quel caso. <state scherzando spero?> riprese il suo tono strafottente, lo sguardo vuoto. <allora perché lo fate… se non vi piaccio?!> lei voleva risposte, era stanca di dover affrontare costantemente quella sfida ogni giorno. Leggeva negli occhi di lei la stanchezza. Le si avvicinò, tanto da poter annusare i suoi capelli, profumavano di pulito e shampoo al miele. <per gioco… per cos’altro sennò.!> lei sentì qualcosa spezzarsi, non sapeva cosa, ma si sentì stanca e stufa. Con un piccolo sforzo si liberò della presa. <bene! Voglio tornare a casa. Ho finito i miei giri!> poi, senza aspettare risposta, gli diede le spalle e tornò verso la carrozza, facendosi aiutare a salire dal cocchiere. Chuck rimase per qualche istante immobile, ad osservarla. Poi salì anche lui sulla carrozza. Nessuno dei due parlò durante il viaggio di ritorno.
Verso sera, Serena avrebbe voluto tornare al castello per dare la bella notizia a Blair. Non vedeva l’ora che tutti lo sapessero. Era una giovane ragazza, bella e fidanzata che stava per sposarsi. Diede la notizia a Jenny che subito saltò al collo del fratello per congratularsi. Nate diede gli auguri a entrambi, dando la mano a Dan. <e bravo Humprey!> lui si limitò a sorridere imbarazzato. Non riusciva ancora a crederci, guardava Serena, viaggiava con la mente. Avrebbe passato il resto della sua vita con lei.
Quando fu sicura che tutti fossero a letto, Jenny uscì di soppiatto dalla sua stanza e raggiunse, camminando a passo felpato, la stanza di Nate. Bussò appena cercando di farsi sentire solo da lui. Poco dopo lui le aprì. Indossava una trasparente e bianca camicia di lino e dei pantaloni beige. Lei aveva la camicetta da notte lunga e di seta rosa, sembrava proprio la principessa che era. <vi disturbo?> disse gentile lei, con gli occhi da cucciola. <è successo qualcosa?> rispose invece lui. <ho fatto un brutto sogno!> mentì. Lui la osservava, bellissima nella vestaglia che le copriva appena la camicia da notte. Era bellissima, non poté negarlo. <entrate!> le fece segno di entrare, chiudendo la porta alle sue spalle. Lei aspettò che lui si voltò verso di lei. Non appena lo fece, si precipitò sulle sue labbra, baciandolo con dolcezza, cingendolo per le spalle. Lui era immobile, le braccia aperte lungo i fianchi di lei. Lei si distaccò quel tanto da poterlo guardare negli occhi. Lui la scrutava, cercando di capire cosa avesse in mente. <voi mi piacete… e tanto anche!> disse sincera lei. Lui continuava ad osservarla, senza fare niente. Chiuse gli occhi e lo baciò ancora, e ancora, e ancora, facendolo cadere sul letto. Era sopra di lui, aveva le mani poggiate sul suo petto. Lui era sdraiato, immobile, non sapeva come reagire. Ripensò alla fanciulla che aveva visto scuotere i biondi capelli al vento, danzare tra l’erba, non riuscì ad accostarla alla fanciulla che piano gli sfilava la camicia e lo baciava con foga. La lasciò fare, incapace di fare altro. Le mani di lei scivolavano affamate sul suo tonico corpo. <voi… non sembrate la fanciulla tranquilla che credevo foste..> lei continuava a baciarlo sul collo, sulle spalle, sul bacino. Sussultò. Lei si fermò, riavvicinandosi alle sue labbra, tenendosi a due millimetri da queste. <non crederete che abbia fatto la santarellina per tutto questo tempo da sola in Francia. Non sono una bambina, principe Archibald.!> scese con la mano, toccando il punto di non ritorno. Nate non resistette, la adagiò sul letto, portandosi sopra di lei, finendo quello che lei aveva cominciato. Addormentandosi circa un ora dopo, l’uno di fianco all’altra, esausti.
commentate mi raccomado !!! bacini
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