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CAPITOLO 2
Ed mangiava svogliatamente il piatto di spaghetti ordinati, seguendo distrattamente i discorsi dei genitori. Erano sempre pronti a stuzzicarsi, erano davvero bizzarri per i suoi gusti. Perchè continuava a pensare a...? Poi la vide. Era bellissima come sempre, col suo portamento perfetto e camminata da modella a soli otto anni. I suo biondi capelli svolazzavano qua e là, e i suoi occhi azzurri si soffermarono su quelli di Ed. Lo salutò con un gesto della mano, poi attirò l'attenzione della madre per recarsi verso la famiglia Bass. Ed da un'espressione di ammirazione in volto, si accigliò facendo una faccia superiore, eriditata sia dal padre sia dalla madre.
-Ciao!- salutò sorridente Serena -anche voi qui?-
-Si- rispose Blair- e il tuo "affascinante" marito?- domandò sarcastica.
-Papà sta parcheggiando l'auto!- s'intromise la piccola Amy. Papà... continuava a ripetersi Blair. Bella fregatura! Guardò male Serena, che si limitò ad abbassare lo sguardo. Non poteva credere a quello che stava facendo. Alzò gli occhi al cielo, e poi era lei la bugiarda! Ed ecco entrare anche Brooklyn, che baciò sulla guancia Amy e S.
-Eccomi- dichiarò lui. -Oh.... abbiamo incontrato qualcuno- disse con disapprovazione. Blair e Chuck non sopportavano affatto Dan, e lui non sopportava loro: sentimenti reciprochi.
-Humphrey- salutò freddo Chuck.
-Bass-
A quel punto Amy tirò per un braccio Ed e con il consenso dei propri genitori lo portò fuori nel cortile. -Che fai!- le gridò lui, strattonandosi. La bambina sembrò sorpresa dalla sua reazione, ma si ricompose subito.
-Temo che i nostri padri non vadano d'accordo- disse lei dispiaciuta.
-E allora? Sai che dovrebbe importarmene! Del resto è comprensibile, tuo padre è di Brooklyn- Amy gli si avvicinò e gli diede uno schiaffo sulla spalla. -Ahi!- ansimò mettendosi una mano sopra il punto colpito- La dolce Amy non è poi così dolce allora!- dichiarò divertito.
-Non è vero...- protestò. - sei tu che mi fai diventare così - dette quelle parole Ed fece spallucce, ma lei lo ripescò alzando un sopracciglio.
-Che c'è ora?- domandò di nuovo.
-I tuoi non ti hanno insegnato a chiedere scusa?- chiese. Un sorrisetto beffardo comparve sul viso di Ed.
-Adoro violare le regole- rispose semplicemente. Amy corrucciò la fronte, offesa , e a passo veloce ed elegante tornò di là. Odiava quel bambino, la trattava sempre male.
...
Le accarezzava sensualmente i capelli, ma non sapeva nemmeno come si chiamasse. La baciava, ma il suo viso si confondeva tra quello di altre mille ragazze. L'elicottero atterrò, e la chiamata del pilota fece staccare i due.
-Grazie del passaggio , ...?- chiese lei, come per sapere il nome. Lui sorrise, beffardo.
-Piccola, non ha importanza il mio nome- la riprese lui, scendendo dal veicolo e porgendole una mano. Lei la afferrò, dispiaciuta. Aveva capito che non ci sarebbe stato più niente.
-Ora ti lascio, devo andare.- la salutò con un dolce bacio a stampo. Stava per andarsene, ma lei lo fermò prendendolo per una mano. Gli scrisse il suo numero sul polso. Lui la lasciò fare, poi, senza dire una parola, si rigirò.
-Mi chiamerai?- gli domandò lei speranzosa, da dietro. Lui si limitò con un semplice cenno della mano: oh no, non l'avrebbe affatto chiamata.
Si recò a passo veloce verso la limusine, con la sua solita camminata. Entrato, aprì il finestrino, e si fumò una sigaretta.
-Dove andiamo, signore?- domandò l'autista.
-Casa Bass- rispose lui, impassibile, mentre l'auto era già partita. Un sorriso comparve sul suo volto, si sarebbe divertito lì a New York.
E allora bentornato nell'Upper East Side, zio Jack.
Edited by Queen B - 19/1/2010, 18:56